La pieve esisteva già nel XII secolo, ma visse un periodo di forte abbandono nei secoli successivi. I primi interventi di recupero sono documentati dal XVII secolo da parte dei Beccaria, proprietari anche del castello di Montecalvo, sotto i quali cadeva la giurisdizione civile dell’edificio. In molti testi viene citata come la “cesa vecia”, la chiesa vecchia, per ricordarne la sua funzione primaria ed esclusiva di culto per la comunità di Montecalvo. Vi si conservava un dipinto di Tranquillo Cremona (1837 – 1878), artista della corrente della Scapigliatura milanese, amico di Carlo Alberto Pisani Dossi, la famiglia del quale divenne proprietaria del castello e sue pertinenze all’inizio dell’Ottocento. Il dipinto, rubato con numerosi arredi nel corso del ‘900, è stato sostituito con un affresco del Maestro Pietro Delfitto di Arena Po, raffigurante la Madonna dell’Uva. L’opera di Delfitto fu commissionata da don Mario Fara, parroco di Casella di Montecalvo Versiggia dal 1967 al 2012. L’8 luglio 2012 il Comune di Montecalvo Versiggia ha presentato in una cerimonia pubblica la ristampa del Polimetro “Nostra Signora dell’Uve”, componimento poetico edito nel 1887 dall’allora parroco di Montecalvo don Giacomo Patri (prima edizione: Tipografia Pontificia San Giuseppe – Milano). La ristampa, curata dall’editore Torchio de’ Ricci, fu dedicata dal Patri (Arquata Scrivia, 1851 – Voghera, 1892) alla “cesa vecia” e venne composta in occasione del Solenne Giubileo Sacerdotale di Papa Leone XIII. Ritenuta perduta per più di un secolo, l’opera venne individuata alcuni anni fa presso la Biblioteca Nazionale di Firenze. La ristampa, attenta anche alla riproduzione di miniature e immagini, è una testimonianza della sensibilità della comunità di Montecalvo alla chiesetta che, immersa tra i vigneti, ancor oggi è meta devozionale e rituale. La Pieve è aperta in occasione di eventi e festività.
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